«In questi giorni stiamo promuovendo un nuovo contratto di rete tra una nostra azienda associata e un'altra impresa di Bergamo». Si tratta solo dell'ultimo risultato messo in fila in questi anni dallo Sportello Reti di Imprese di Unindustria, che aiuta gli associati a stipulare accordi di collaborazione tra imprese con un contratto di rete.
Un modello di business alternativo che lascia anche autonomia soggettiva a ciascuna impresa della rete, come racconta Davide Bezzecchi di Unindustria: «I contratti di rete sono stati istituiti a livello nazionale nel 2009 e il nostro sportello è partito nel 2012 - spiega- servono per permettere alle piccole e medie imprese di collaborare per assumere la massa critica necessaria per affrontare certi tipi di progetti, come quelli per l'estero, l'innovazione o per unirsi e presentare ai clienti un'offerta più completa». In Italia finora sono stati 7.600 i contratti di rete stipulati dal 2009 e oltre 42.000 le imprese coinvolte, di cui 2.500 con sede in Emilia-Romagna.
Decine anche quelle reggiane. Basta ricordare il contratto Precisionet, una rete di imprese di subfornitura in ambito meccanico ed elettronico, creata da RFC Rettifica Corghi, Nuova Loschi, Minuvit, Teknoema e Lmb. C'è poi il contratto tra Ask, Landi Renzo e Spal che si chiama "The Reggio Emilia Automotive purchase net" sempre nato con il supporto Unindustria così come quello Ideagri (Isobus Digital Electronic Agriculture), che vedeva inizialmente coinvolte nove imprese operanti nel settore della meccanica agricola, di cui otto reggiane. Si tratta di Actia Italia, Ama, Arag, Argo Tractors, Cobo, Comer Industries, Re:Lab, Salvarani, Walvoil. «Le imprese si mettono a collaborare senza ricorrere a un nuovo soggetto giuridico - dice Bezzecchi – ognuno resta autonomo. L'idea di Unindustria però è quella del fare insieme, che permette di aumentare le chance delle nostre aziende di competere collaborando e crescendo insieme».
Di Enrico Tidona, Gazzetta di Reggio, 23 marzo 2022
Siamo associati a